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Amo leggere e scrivere. Ho pubblicato diversi romanzi thriller

mercoledì 30 novembre 2016

Una celebrazione particolare...

Alfonso stava camminando lungo via Beneduce con aria tranquilla. Era buio oramai da circa un'ora e per strada c'erano diversi individui,ognuno in viaggio verso la propria meta. Le auto veloci e frettolose provocavano con la loro marcia un rumore assordante e fastidiosissimo,le ruote scorrevano sobbalzando sul pavimento insidioso ed accidentato di pietra lavica. La temperatura dell'aria era gradevole,si stava bene nonostante fosse un giorno di metà novembre. Nella chiesa della Santissima Annunziata alle 18 avrebbe avuto luogo una santa messa officiata dal vescovo ausiliario di Napoli,nonchè rettore del seminario di Capodimonte,monsignor Salvatore Angerami. Per tale ragione, una moltitudine di fedeli quel giorno si radunarono presso quella chiesa,anche se la maggior parte di essi non appartenevano alla parrocchia. Alfonso era uno di quelli,faceva parte infatti della parrocchia di sant'Antonio a Brancaccio. Nel mentre che passeggiava,Alfonso aveva la mente invasa da mille pensieri. Era ansioso e trepidante per ciò che stava per accadere.Trovatosi a metà della discesa di via Beneduce,recuperò il cellulare dalla tasca al fine di consultare l'orario. Si avvide che erano le 17.53 : era in leggero ritardo. Affrettò il passo,ansioso di arrivare in chiesa. Passò davanti alla traversa nella quale dimorava il suo amico diletto,quindi seguitò a camminare di buon passo. Dopo circa due minuti si ritrovò all'estremità inferiore della discesa,indi cominciò a salire lungo la stradina che portava dritto all'edificio sacro. Nella sua vita Alfonso aveva partecipato a numerosissime messe. La chiesa dell'Annunziata quel giorno possedeva una attrattività legata ad un motivo del tutto speciale : custodiva infatti le reliquie del miracoloso San Pio da Pietrelcina,il santo con le stimmate. Alfonso era parecchio legato a Padre Pio,lo amava di un amore infinito e sentito. Un suo confessore,che peraltro aveva avuto l'onore di serve la messa al sacerdote cappuccino,gli aveva riferito qualche tempo prima che Padre Pio,come tutti lo chiamano ancora affettuosamente,aveva propiziato moltissimi miracoli,quando era in vita,ma anche dopo la morte. E così Alfonso approfittò della presenza di quelle reliquie per affidarsi al santo cappuccino. Per lui era quasi come recarsi a San Giovanni Rotondo,quella visita valeva quanto un pellegrinaggio. Trovatosi ai piedi del sagrato,Alfonso osservò compiaciuto l'effigie di Padre Pio che campeggiava sulla facciata della chiesa. Sorrise,poi entrò. La chiesa era gremita e calda,i banchi era occupati per intero dai fedeli. Alfonso decise di restare in piedi,in fondo alla navata principale. Si sentiva sufficientemente in forma per assistere alla messa senza mai sedersi. Quanto sarebbe potuta durare una messa! Al massimo un'oretta! Il vociare dei fedeli crebbe d'intensità man mano che si avvicinava l'orario dell'inizio della celebrazione. Una statua di Padre Pio di terracotta alta circa un metro si trovava sull'altare. Alfonso si domandò dove fossero custodite le reliquie. Ben presto la sua curiosità sarebbe stata soddisfatta. Mentre che era immerso nei suoi pensieri,si sentì toccare ed istintivamente si girò. Una simpatica signora occhialuta con tanto di pettorina gli si accostò per parlargli.
- Giovanotto,vuoi visitare le reliquie?
Alfonso non sapeva cosa rispondere. Fu quasi sorpreso dalla gentilezza e dalla dolcezza di quella signora,gli parve quantomeno strana. Arrivò addirittura a congetturare che la visita delle sacre reliquie fosse a pagamento. Più tardi avrebbe compreso che si sbagliava di grosso.
- Ehm...si...
- ...Vuoi visitare le reliquie? - domandò nuovamente la donna. Alfonso decise di rispondere in modo deciso e fermo.
- Dopo la messa magari,va bene? Dove devo andare?
- Per di là,lungo la navata di sinistra - rispose la donna.
- Va bene.
Le reliquie del santo,quindi,si trovavano in fondo alla ignota navata sinistra della chiesa dell'Annunziata. Gli balenò un'idea a dir poco geniale. Alfonso decise di andare alla scoperta delle reliquie durante il rito della comunione. In quel preciso momento,infatti,tutti i fedeli sarebbero stati impegnati,in fila nella navata principale,lasciando del tutto sgombra quella di sinistra...era proprio una bella idea! In quel modo Alfonso sarebbe stato libero e tranquillo,solo davanti alle reliquie. Era fermo nel mettere in pratica quell'ingegnoso piano. Alle 18 in punto la celebrazione iniziò. Appena prima,i signori addetti all'ordine fecero cenno di sgombrare l'ambulacro per lasciar spazio alla processione che stava per entrare. In chiesa,per un attimo,calò il silenzio. Un ragazzo con la chitarra intonò il canto d'ingresso e tutti si voltarono verso il portone della chiesa per contemplare la processione. Alfonso si voltò di lato,verso sinistra. La fila era guidata da un gruppetto di giovani vestiti di bianco,uno di essi stringeva tra le mani un lungo crocifisso metallico dalle sfumature dorate. Non appena lo vide il pio Alfonso,così come tutti gli altri fedeli,fece devotamente il segno della croce. Era un gesto che ripeteva tantissime volte nella sua vita di ogni giorno,lo aiutava nelle situazioni complicate,nei momenti difficili,negli attimi di incertezza. Pensava a ragione che è bene affidarsi sempre a Gesù,alla sua misericordia,alla sua bontà,al suo amore infinito per l'uomo,la sua creatura prediletta. Fare il segno della croce,per Alfonso,voleva anche significare compiere un gesto di ringraziamento verso Dio,il quale ha permesso la morte del suo unico Figlio per donare la vita agli uomini. Quale sublime esempio di amore e di attaccamento! Il vescovo entrò benedicendo a destra e a sinistra,la papalina poggiata sul capo. Dietro di lui una moltitudine di sacerdoti e di ministranti. Alfonso non conosceva il parroco dell'Annunziata; si domandava insistentemente chi fosse tra i sacerdoti in processione. A fine celebrazione,col discorso di ringraziamento del parroco,lo avrebbe compreso. Il canto d'ingresso era per il giovine Alfonso del tutto nuovo. "Ogni chiesa ha le sue particolari canzoni",pensò. Ed in effetti era proprio così che stavano le cose. La processione raggiunse quindi l'altare,ma ci vollero diversi minuti prima che monsignor Angerami prendesse finalmente la parola. La chiesa era entusiasta e giubilante. Il popolo dei fedeli era costituito per lo più da anziani,ma vi erano anche diversi giovani. Alfonso riconobbe un ragazzo che abitava dalle sue parti,gli risultò strano che si trovasse in quel luogo. Il canto terminò ed il vescovo prese finalmente a parlare.
- Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo! - disse a gran voce.
- Amen! - rispose l'assemblea in modo convinto subito dopo aver eseguito il segno di croce. Il vescovo si cimentò in un breve discorso introduttivo,nel quale ringraziava il parroco don Aniello per l'invito e parlava brevemente della presenza delle reliquie di Padre Pio e della sua figura. Durò circa cinque minuti quindi,dopo l'atto penitenziale,fu recitato il Gloria; immediatamente dopo potè avere inizio la liturgia della Parola. Alfonso spalancò le orecchie e restò religiosamente in ascolto. Due giovani declamarono le letture ed il salmo,poi fu la volta della lettura del Vangelo. Non fu il vescovo Angerami a leggere,ma uno dei tanti sacerdoti presenti. Al vescovo toccò invece l'omelia. Essa fu ricca di spunti interessanti e di aneddoti sulla vita di Padre Pio,spesso anche sorprendenti. Il vescovo parlò anche molto del suo incarico di rettore del seminario,incarico cui teneva tantissimo. La presenza delle reliquie presso quella comunità parrocchiale era un evento del tutto eccezionale,che fu festeggiato a dovere per una settimana intera,con celebrazioni eucaristiche,recite del Santo Rosario e riti della Via Crucis. E proprio quest'ultimo rito,quello della celebrazione della passione del Signore,aveva significato molto per Padre Pio,che ha portato per ben cinquanta anni sul suo corpo i segni dei chiodi nelle mani,nei piedi,nel costato. Il mistero della morte e della resurrezione del Cristo! 

martedì 29 novembre 2016

Un incipit fuori dal comune

Subito dopo essere sceso dal treno,Alfonso imboccò le affollate scale mobili trovandosi in poco tempo fuori dalla stazione della circumvesuviana. Intorno a lui una marea di individui girava vorticosamente per le strade vitali di Napoli tracciando traiettorie tutte diverse e sorprendenti. Ebbe modo di vedere africani,cinesi,indiani,rumeni : l'umanità più varia esplosa nelle sue mille sfaccettature. Provò a farsi piacere quanto stava scoprendo coi suoi occhioni verdi da cucciolo indifeso,e in fondo ci riuscì : anche il caos più assoluto gli pareva bello. Il rumore assordante delle auto in circolazione lungo corso Lucci lo infastidiva martellandogli i timpani. Era sudato e si asciugò la fronte con un fazzolettino di carta estratto poco prima dalla tasca della sua felpa. Giunto nei pressi di una rotonda decise di attraversare la strada brulicante di macchine feroci. Studiò per bene la situazione,cercando il momento più opportuno per guadare quel fiume di catrame. Compì uno scatto guadagnando la rotonda,poi si arrestò per riflettere sul da farsi. Quella zona,per lui,era del tutto nuova,andava esplorata ed esaminata con somma cura. Provò a capire in quale senso le auto procedessero lungo la rotonda. Allo stesso modo di prima,colse il momento più adatto per attraversare. Messo piede sulla strada rischiò ripetutamente di essere investito dalle auto sfacciate ed impazienti. Fortunatamente si ritrovò sul marciapiede tutto intero e ringraziò il Signore. Frattanto,la vita di Napoli seguitava a scorrere senza sosta,caotica e frenetica alla massima potenza. Dopo essere passato dinnanzi ad un bar dotato di graziosi tavolini bianchi,si mise alla ricerca della chiesa di sant'Anna. E dopo pochissimi metri di cammino la trovò. Essa consisteva in un edificio di media grandezza dipinto di bianco e di giallo,un cancelletto metallico la custodiva. La chiesa era chiusa,inaccessibile per i casuali fedeli. Alfonso se ne rammaricò : avrebbe voluto porgere un saluto a Gesù prima di raggiungere la meta del suo pellegrinaggio,la sede dell'azienda presso la quale avrebbe dovuto di lì a pochi minuti sostenere un colloquio di lavoro...

lunedì 28 novembre 2016

Le priorità di uno scrittore

Cari amici,oggi il vostro Alfonso Stile vi parla brevemente di quali devono essere le priorità per uno scrittore. Le priorità per uno scrittore sono essenzialmente due : allenarsi a scrivere ogni giorno e trovare delle storie che siano degne di essere raccontate. Primo punto. L'allenamento,così come in tutti gli ambiti,è necessario se si ha l'obiettivo di crescere costantemente e di migliorare. Dunque uno scrittore ha necessità di allenarsi nella scrittura,e più scrive e più migliora,eliminando i difetti che possono caratterizzare la sua prosa. Risulta molto utile scrivere sui più diversi argomenti,arricchendo in tal modo il proprio bagaglio culturale ed abituandosi ai diversi contesti trattati. Scrivere aiuta scrivere,e a scrivere meglio. Secondo punto. Per uno scrittore è fondamentale trovare delle storie accattivanti che siano degne di essere narrate. Una storia affascinante ha il potere di attrarre il lettore,e se raccontata nel modo giusto diventa assolutamente imperdibile e meritevole di esser letta. Scrivere sempre e raccontare storie attraenti,questi sono i must per uno scrittore che ambisce al successo! A questo punto non mi resta che augurare buon lavoro a tutti!