Biografia e Pubblicazioni

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Amo leggere e scrivere. Ho pubblicato diversi romanzi thriller

venerdì 2 dicembre 2016

Torneo

Vincenzo si era perso in una partita a FIFA16 davanti alla X Box. Sceglieva sempre il Napoli,la sua squadra del cuore. Stava sfidando nientemeno che il Real Madrid,campione europeo in carica. Le cose non si erano messe molto bene per lui,infatti stava perdendo per 3 a 0,e mancavano solamente quindici minuti al termine della sfida. Amava cimentarsi in partite online contro altri giocatori. Alcuni di essi dimostravano di essere dei veri e propri nerd,infatti conoscevano a menadito tutti i tipi di finte e di dribbling contemplati dal gioco. Vincenzo giocava in modo semplice,eseguendo passaggi di prima e verticalizzazioni,senza perdersi in frivolezze spesso controproducenti. Ad un certo punto udì suonare il citofono. Rimase infastidito da quel rumore.
- Ciro,vai tu ad aprire? - disse rivolgendosi al fratello. Ciro non rispose.
- Ciro,hanno bussato al citofono,vai tu ad aprire? - disse con un tono più alto quasi gridando. Ciro finalmente si mosse ed andò ad aprire.
- Chi è? - chiese,e subito dopo premette il tasto che apriva il cancello esterno.
- E' Alfonso - disse rivolto a Vincenzo.
- Bene! - disse Vincenzo quasi sottovoce,mentre seguitava a giocare. In pochi istanti Alfonso si trovò in casa.
- E' permesso?
- Prego Alfonso - disse con dolcezza Pina,la madre di Ciro e Vincenzo.
- Signora,come va? 
Alfonso baciò sulle guance la signora,poi si tolse il giubbino da dosso riponendolo con cura sull'imponente attaccapanni di legno scuro.
- Bene Alfonso,bene!
- Mi fa piacere...
- A casa tutti bene?
- Si ringraziando Iddio...le solite cose...
Alfonso e la signora Pina scambiarono alcune fugaci battute,poi Alfonso accedette alla cameretta dei suoi amici e si accorse che Vincenzo era impegnato in una sfida tiratissima.
- Che fai? - disse Alfonso rivolto a Vincenzo.
- Perdo,maledizione! Questo è troppo forte!
La partita era ormai agli sgoccioli.
- Ti rifarai al torneo - disse Alfonso per incoraggiarlo.
- Speriamo - aggiunse Vincenzo.
Frattanto che i due stavano parlando,Ciro aveva recuperato dal cassetto della sua scrivania un block notes immacolato ed una penna bic nera.
- Alfò,che squadra prendi?
- Come al solito,il Bayern Monaco! - disse Alfonso. Ciro segnò sul taccuino. Poi disse : - Io prendo il Real Madrid di Bale e CR7!
- Lo sapevo! - esclamò Alfonso.
- Vincenzo,ostinatamente,sceglierà il suo Napoli - soggiunse Ciro mentre scriveva con velocità.
- Mannaggia! - esclamò ad un tratto Vincenzo : aveva perso la sfida per 4 a 0.
- Ok,adesso siamo pronti per cominciare il torneo. Non ci resta che fare il tocco e scoprire quale sarà la prima sfida della competizione. 
- Va bene - disse Alfonso. - Procediamo!
- Quello che esce sfida dopo la squadra vincente della prima partita - propose Vincenzo.
- Ok!
Eseguirono la conta ed accadde che Alfonso fu  sorteggiato per giocare la seconda partita. La prima sfida ad aver luogo fu dunque quella tra i due fratelli Ciro e Vincenzo. Fu un match equilibrato,ma Vincenzo riuscì ad avere la meglio,anche se di misura. Nella seconda partita il Napoli dovette affrontare il sempre ostico Bayern Monaco. Contrariamente a qualsiasi pronostico,un pò come era accaduto per la vittoria di Trump sulla Clinton,Vincenzo vinse anche la seconda partita aggiudicandosi il torneo! Che sorpresa! Chi lo avrebbe mai detto! Nell'ultima partita Alfonso vinse contro Ciro e si classificò così al secondo posto. Il torneo a FIFA era un appuntamento abituale per il gruppetto di amici. Nessuno ci teneva a perdere e tutti davano il massimo.
- La prossima volta mi rifarò - disse Ciro visibilmente dispiaciuto per l'esito della competizione. - Però cambierò squadra,prenderò il Barca si Messi e Neymar!
- Chissà se ti basterà per vincere - aggiunse Vincenzo civettuolo. Finito il torneo,Alfonso si alzò di scatto dal divano letto della cameretta e raggiunse il corridoio. Si fermò a parlare ancora qualche istante con la signora Pina,indi afferrò il giubbino appeso all'attaccapanni.
- Alfonso,vieni quando vuoi - disse la gentile e pacata signora Pina.
- Signora,grazie! Troppo buona! Qui mi sento come a casa!
- Sei un bravo ragazzo,Alfò!
- Anche i vostri figli lo sono!
Scoppiarono in una fragorosa risata. Ciro accompagnò Alfonso alla porta.
- Saluti a casa! - disse la signora Pina.
- Grazie,ricambiano sempre!
Ciro prese a parlare : - Alfò,noi ci aggiorniamo nei prossimi giorni. Magari scendiamo qualche pomeriggio insieme a Vincenzo...
- Come vuoi,caro. Come vuoi...
- Qualche volta dobbiamo organizzare un torneo a poker,posso chiamare anche mio cugino Marco...
- Bella idea! E' davvero da parecchio che non giochiamo a poker!
- Si,è giunto il momento di farlo!
Alfonso strinse calorosamente la mano a Ciro,poi si avviò lungo le scale scendendo in gran fretta. Ciro gli aprì da sopra il portone del palazzo. Alfonso si ritrovò nello stretto giardino. Guadò il cancello metallico esterno di colore vermiglio,indi prese a salire verso casa sua,lieto di aver trascorso qualche momento di svago assieme ai suoi vecchi e diletti amici...

giovedì 1 dicembre 2016

Le reliquie di San Pio

Il vescovo Angerami si dimostrò molto legato alla figura di Padre Pio. Nel corso dell'omelia raccontò un paio di episodi relativi alla vita del santo con le stimmate. Uno in particolare colpì l'immaginario del giovane Alfonso. Un giorno a San Giovanni Rotondo un giovane sacerdote che indossava i paramenti sacri stava celebrando una messa all'aperto. Non appena si accorse che Padre Pio stava passando da quelle parti si arrestò interrompendo la celebrazione,si voltò,afferrò la mano di Padre Pio e la baciò. Padre Pio,anche per via del dolore intenso che le piaghe nelle mani gli provocavano,rimase infastidito da quel comportamento. Prese a parlare in dialetto,come faceva spesso,e disse rivolto al giovane sacerdote : - Guagliò,hai ragione che stai parato! Se no ti facevo vedere io chi è Padre Pio!
Questo divertente aneddoto raccontato dal vescovo Angerami suscitò ilarità nei fedeli,anche nel giovane Alfonso,e da più parti dell'edificio sacro si levarono risate a profusione. Il vescovo seguitò nella sua omelia toccando diversi temi. I fedeli assistettero alla santa celebrazione con animo pio e devoto. La liturgia eucaristica fu molto intensa e partecipata. Lo spirito del santo dalle stimmate era presente durante quella santa messa,si poteva quasi avvertire la sua benigna assistenza. Al momento del memoriale della passione del Cristo Alfonso elevò al cielo tutte le sue intenzioni di preghiera,con grande fiducia e forte speranza,domandando in particolare l'intercessione di Padre Pio. La chiesa dell'Annunziata era piccola ed accogliente,le pareti finemente decorate,l'altare riccamente addobbato da infiorescenze di diverso genere. I fedeli si raccolsero gli uni agli altri costituendo un corpo unico ed inscindibile. Si respirava un'aria di festa. Alfonso era ben disposto a mischiarsi con la variegata folla. Così come aveva previsto,non avvertì alcuna stanchezza fisica nell'assistere alla santa celebrazione senza sedersi nemmeno un secondo,dopotutto il suo fisico risultava ancora giovane e forte,e poi seduto nei banchi non avrebbe avuto alcuna libertà di movimento,sarebbe stato vincolato,cosa che non amava particolarmente. Lo stare in piedi risultò come una parte integrante del suo piano per visitare le reliquie,era un elemento imprescindibile. Alfonso Aurilia non c'era mai stato in quella chiesa,e durante quella messa ebbe modo di esaminarla per bene. Non poteva immaginare che fosse così ricca di stucchi e decorazioni,dipinti ed effigi : l'edificio sacro gli fece una piacevolissima impressione. Ma Alfonso pensava altresì che la chiesa più bella del mondo fosse la sua tanto amata Sant'Antonio a Brancaccio,la sua chiesa parrocchiale,quella in cui era stato battezzato e che aveva visto la sua vita crescere e divenire adulta,fino ad arrivare al momento presente. Per lui non vi era alcun dubbio : Sant'Antonio a Brancaccio era la chiesa più graziosa al mondo,le decorazioni,gli stucchi,le guglie,le bifore,il transetto,l'abside,l'altare,la navata,il battistero,la sagrestia,l'effigie di sant'Antonio,la statua della Vergine,tutto gli piaceva in maniera quasi perfino esagerata. La celebrazione continuò di gran carriera. Il vescovo attirava le simpatie del pubblico pio e devoto. Si avvicinava a grandi passi il momento del rito della santa comunione,il momento che Alfonso aveva designato per andare alla scoperta delle reliquie di San Pio. Alfonso trepidava in preda ad una benefica e santa ansia,non vedeva l'ora di attuare il suo piano. Finalmente giunse l'occasione propizia. Un canto dei ragazzi dell'Annunziata accompagnò il rito della santa comunione. Alfonso decise di muoversi. Si fece largo tra la folla scartando a destra e a sinistra,guadagnò la navata di sinistra. Non notò nulla di strano e risolse di andare fino in fondo all'ampio corridoio. Superò la postazione occupata dai ragazzi addetti al canto,poi entrò in una porticina. Una signora sufficientemente attempata gli si fece incontro. Indossava una pettorina di riconoscimento : si trattava di una volontaria che aveva il compito di illustrare le reliquie ai fedeli che avessero manifestato il desiderio di visitarle. Alfonso la guardò e la donna prese a parlare con una voce tenue e delicata : - Prego,da questa parte. 
Alfonso la seguì per pochi metri.
- Ecco,qui ci sono le reliquie di Padre Pio...
Alfonso alzò lo sguardo verso il punto indicatogli dalla donna. Dietro alla balaustra di fortuna notò la presenza delle sacre reliquie. 
- A sinistra c'è il guanto di Padre Pio...
Il guanto era custodito in un reliquiario di legno dotato di un vetro protettivo. Era poggiato su di una superficie piana. 
- E poi a destra ecco il fazzoletto sporco di sangue,quello che Padre Pio teneva sul costato,nel punto in cui Cristo è stato trafitto dalla lancia...
Alfonso osservò le reliquie con cura ed attenzione. Cominciò a pregare nella sua mente rivolgendosi al miracoloso santo beneventano. Poi la donna ricominciò a parlare : - Seguitemi...
Alfonso e la signora si portarono in una stanza appena a destra.
- E questo è il saio di Padre Pio. Sembra quasi che ci sia lui dentro,vero?
Dentro una teca di vetro spesso,su di un manichino,vi era il saio indossato da Padre Pio,quello tipico dei frati cappuccini. Per Alfonso fu un'emozione non da poco poterlo contemplare da così vicino. Su di una panchina lì vicino si trovava una giovane donna,sostava in preghiera accanto al passeggino che custodiva la sua innocente creatura. Alfonso rimase colpito da quella donna,domandandosi cosa stesse chiedendo al santo con le stimmate. Alfonso si raccolse in preghiera al cospetto dell'umile saio francescano. Le sue intenzioni di preghiera si elevarono al cielo,forti e sentite. Nel locale imperava un silenzio assoluto. Trascorsero in questo modo una decina di minuti. Ogni tanto qualche fedele entrava nella stanza e si avvicinava al saio,rompendo per qualche attimo lo stato di quiete. Dopo essersi segnato nuovamente,Alfonso lasciò la stanza per portarsi nei pressi delle reliquie che aveva mirato precedentemente. Si inginocchiò piamente appena sotto la balaustrata,indi si raccolse ancora in meditazione. Stavolta pregò più intensamente che prima,abbracciando con la sua preghiera persone e situazioni tutte differenti tra loro. Era come se stesse parlando direttamente col santo. Chiese il suo aiuto,implorò il suo aiuto,bramò il suo aiuto,con tutte le forze che aveva in corpo. Raramente nella sua vita aveva pregato così profondamente come in quella occasione. Ad un certo momento,Alfonso avvertì un profumo del tutto inusuale. Annusò ripetutamente come per comprendere al meglio di che odore si trattasse. Rimase inebriato da un profumo di fiori,sembrava proprio l'aroma emanato dalle rose. Alzò lo sguardo per cercare da quelle parti qualche composizione floreale,ma non trovò nulla. C'era solo una pianta minuta posta sul davanzale di una finestra posta a parecchi metri di distanza. In ogni caso non si trattava di rose. Si guardò intorno avvertendo ancora chiaro quell'essenza inebriante. Poi si ricordò che moltissimi fedeli,recatisi in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo,avevano dichiarato di aver sentito un forte profumo di rose,cui era seguita quasi sempre una grazia ottenuta per intercessione del miracoloso santo. E dunque Alfonso doveva aspettarsi una grazia? Alfonso sorrise nel mentre che partoriva questo pensiero,era felice come una pasqua,in pace con sè stesso. Seguitò a pregare ripromettendosi di dire tutto quello che aveva visto e provato durante la visita alle reliquie,ben certo che i suoi familiari sarebbero rimasti affascinati dal suo resoconto. Frattanto,don Aniello aveva preso la parola. Si esibì in un lungo e sentito discorso nel quale non mancò di ringraziare il vescovo Angerami. Finalmente Alfonso comprese chi fosse la persona di don Aniello fugando ogni suo dubbio. Passarono altri cinque minuti,poi  si rimise in piedi. Dopo essersi segnato tornò al suo posto in fondo alla navata principale. La celebrazione era agli sgoccioli. Il vescovo impartì la triplice benedizione,a cui l'assemblea rispose con un sonoro "amen". Partì il canto finale,si riformò la processione guidata dall'elevatissimo crocifisso. Il vescovo uscì benedicendo alla sua destra ed alla sua sinistra. Diversi fedeli posti nei pressi dell'ambulacro centrale gli prendevano la mano in cenno di saluto,alcuni di essi addirittura gliela baciarono. Alfonso si trovava lontano dal corridoio ed impossibilitato a muoversi,vide la processione uscire dalla chiesa. Aveva un animo sereno ed era invaso dalla francescana letizia. Era molto contento dell'esperienza unica che aveva appena vissuto,ma ora non desiderava altro che tornare a casa per renderne conto ai suoi familiari. Dopo che la processione lasciò la chiesa i fedeli cominciarono a muoversi nel tentativo di guadagnare l'uscita. Vi furono dei momenti di ressa e di confusione,Alfonso per poco non fu schiacciato dalla folla impaziente. Si districò facendo del suo meglio incanalandosi verso il portone d'ingresso. Si formò un imbuto e,contrariamente a quanto avviene per un corso d'acqua,la "corrente" rallentò. Sbuffò a più riprese,seccato ed infastidito per ciò che stava giusto accadendo. Poi finalmente lasciò il locale portandosi sotto il portico. Lì si trovava un uomo seduto ad un tavolino di fortuna,e sul tavolo diverse immagini di San Pio di diversa grandezza,cere e santini. Chiunque avesse voluto prendere una di quelle immagini era "obbligato" a lasciare un'offerta,chi lo sa se a piacere o meno. Alfonso possedeva già svariate immagini del santo,decise di non comprare nulla e si allontanò dalla chiesa,seguito da una masnada disordinata. Prima di svoltare l'angolo di via Beneduce,si girò di centottanta gradi allo scopo di ammirare per l'ultima volta la gigantografia di Padre Pio. La foto del santo spiccava su di uno sfondo azzurrognolo. Quanto era bello Padre Pio! Bello e sorridente,ripieno dell'amore e della grazia di Cristo Gesù! Padre Pio sofferente per le stimmate trovava la pace e la gioia solo nella preghiera,attraverso la quale il suo cuore si colmava di gaudio indicibile! La pace è il bene primario,è il bene necessario,la luce che illumina le tenebre,il nutrimento per l'anima. E l'unica via per conseguire la pace è la preghiera,la profonda preghiera. Alfonso lo aveva imparato,per tale motivo si raccoglieva spesso in preghiera,entrando in comunione con Dio,il Dio fonte di ogni bene. Benchè la sua preghiera troppe volte fosse distratta dagli affanni della vita,Alfonso sapeva che pregando poteva ritrovarsi e vivere perciò nella pace. Lasciò la chiesa di buon passo muovendosi nella notte illuminata da una luna benevola. Passeggiava sui lastroni di pietra lavica,erano circa le 19.10. Non stava più nella pelle,desiderava con forza di tornare a casa sua per parlare coi suoi. Svoltò l'angolo e cominciò a salire per via Beneduce,compiendo a ritroso il percorso dell'andata. La salita era particolarmente dura,ma quella sera gli sembrò addirittura dolce e benedetta. Le salite sono necessarie nella vita. Lo stesso Gesù è salito al Calvario carico della croce,l'unica via per compiere la missione affidatagli dal Padre,l'unico modo per ricongiungersi a Dio vincendo la morte. Le salite sono necessarie,ma dopo una salita c'è sempre una discesa,o quantomeno un tratto in pianura. In chiesa Alfonso aveva scorto solamente tre persone di sua conoscenza,un ragazzo che abitava dalle sue parti,una signora con sua figlia che di solito frequentavano la parrocchia di Sant'Antonio a Brancaccio,per il resto tutti estranei. Ogni tanto fa bene bazzicare per luoghi sconosciuti e cambiare aria,questo pensava Alfonso. Partecipando a quella messa  aveva realizzato un piccolo suo sogno,quello cioè di andare a trovare Padre Pio e pregare presso le sue reliquie. Quella era un'occasione unica,che andava sfruttata. Aveva a sua disposizione una settimana intera per visitare le reliquie,ma bastava un giorno,un solo giorno. Alfonso colse l'occasione e ne fu ben lieto. Tornò a casa sua con animo giocondo,la gioia dipinta anche sul volto. I suoi se ne avvidero. Alfonso raccontò loro di aver visto le reliquie,di aver pregato tanto e soprattutto di aver avvertito quel profumo di rose,quello strano profumo scaturito chissà da dove,misterioso come misteriosa era stata la vita del santo di Pietrelcina. Negli occhi balenava fulgida l'immagine del saio,del guanto,ma soprattutto del fazzoletto sporco di sangue. Oh,Padre Pio! Quanto hai dovuto soffrire per quelle piaghe! Quanto sei stato unito al mistero della passione del Signore! Si,perchè così Dio ha voluto,per dare agli uomini un segno della sua vicinanza e del suo amore per il genere umano! Padre Pio,quanto bene hai voluto a Gesù ed ai tuoi figli spirituali,per i quali ti prodigavi in consigli sapienti e sonori ammonimenti! Quanto sarebbe stato bello conoscerti di persona! Alfonso si ricordò che il suo caro nonno,che mai aveva conosciuto,era entrato in contatto con Padre Pio. Questo pensiero,in qualche modo,lo faceva sentire vicino alla figura del santo e lo rendeva per questo immensamente felice. Alfonso Aurilia aveva vissuto una giornata particolare,che mai più avrebbe scordato per il resto del corso naturale della sua vita! Il profumo di rose che lo aveva inebriato gli conferì un grande ottimismo,incrementando in lui il senso di gratitudine nei confronti di quel Dio che ama follemente gli uomini,di un amore cieco ed impareggiabile. Viva Padre Pio! Viva Maria! Viva Gesù!