Biografia e Pubblicazioni

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Amo leggere e scrivere. Ho pubblicato diversi romanzi thriller

mercoledì 12 luglio 2017

Esercizio 2

Carissimi amici lettori,oggi ho deciso di realizzare un secondo esercizio di stile. E' notorio che gli scrittori debbono esercitarsi nella loro nobilissima arte ogni santo giorno,per non perdere la mano,per rendere la propria prosa più agile,più gradevole agli occhi dei lettori. In questo breve post vi parlerò degli incendi che in queste drammatiche ore stanno interessando il parco nazionale del Vesuvio. Vi esprimo la mia opinione in merito. Io credo che i piromani siano classificabili tra gli esseri più abietti dell'universo. Bruciano per il solo gusto di bruciare,per veder distrutti ettari di foreste,per godere dei danni che provocano alla comunità. Sono esseri senza scrupoli che vanno assolutamente fermati. Comprendo bene che è difficile controllare in maniera capillare il territorio,non è per nulla semplice evitare che gli incendi dolosi vengano appiccati. E allora noi non possiam fare altro che pregare affinchè i doli si arrestino del tutto. Preghiamo insieme in maniera intensa!!! I piromani hanno utilizzato dei gatti cosparsi di benzina e dati alle fiamme per diffondere il più possibile i focolai. Che schifo! Ammazzare brutalmente degli esseri innocenti ed indifesi! Questo non fa altro che confermare la barbarie di queste sedicenti persone. Esseri così non possono definirsi "persone". Ma andiamo avanti sperando che tutto si risolva al più presto...

martedì 11 luglio 2017

Esercizio di Stile

L'uomo vive sempre a cavallo di due dimensioni reali e parallele. O meglio,tali spazi non sono sempre paralleli,spesso si incontrano,per volere di Dio,o talvolta per un desiderio umano. Queste due dimensioni sono la terra ed il cielo. Credo che l'uomo debba vivere sulla Terra con uno sguardo incessante verso il cielo,le sue armonie,le sue perfezioni,i suoi più intimi desideri. In molti pensano che lassù nel cielo ci sia qualcuno; alcuni lo chiamano Dio,altri Allah,ma la sostanza non muta. Dio è lì,sul suo trono di gloria. Egli non fa altro che amare senza sosta l'uomo,la sua creatura più perfetta,provando sempre ad attirarlo verso di sè,rendendolo partecipe della sua gioia e della sua perfezione eterna. Ma l'uomo spesso si "dimentica" di Dio,credendo di poter contare esclusivamente sulle proprie forze. Quanto si sbaglia! Solo con l'aiuto di Dio un uomo diviene realmente un uomo,e non c'è altra via...Dunque molti vivono con lo sguardo per terra;si tratta di persone aride e piatte. Coloro i quali,invece,si rivolgono sempre verso il cielo sanno sognare,e progettare un mondo migliore in cui vivere. Ci sono poi alcune categorie di persone che vivono solo per il cielo,dissetando la sete dell'anima senza procurarsi della fame del corpo. Esse seguono alla lettera le indicazioni del Vangelo di Gesù Cristo...oh,quanto sono sagge!!! Ma la maggior parte di noi,invece,vive con un piede in due staffe,che altro non sono che la dimensione terrena e quella celeste. Invero,lo spirito ha desideri contrari alla carne,e specularmente la carne ha desideri contrari allo spirito...A noi spetta la scelta...E voi,da che parte siete???

domenica 4 giugno 2017

Commento al Vangelo di oggi 04/06/17 - Pentecoste

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,19-23. 
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». 

Gesù appare ai discepoli rinchiusi per timore dei Giudei,mostra le sue ferite e li saluta dicendo :"Pace a voi!". Poi dice loro di mandarli a predicare il Vangelo allo stesso modo in cui il Padre ha mandato Lui nel mondo. Infine alita su di loro e dice :"Ricevete lo Spirito Santo". Lo Spirito Santo è lo Spirito stesso di Dio,l'entità in grado di farci conoscere la volontà del Padre,che permette di profetare e di parlare altre lingue. Gesù brama di donare lo Spirito Santo a ciascuno di noi,ma noi dobbiamo essere pronti a riceverlo. Per ricevere un dono così grande e così prezioso non dobbiamo fare altro che osservare la Parola di Gesù,mettendola in pratica nella nostra vita di ogni giorno. A quel punto,se saremo sufficientemente santi,diventeremo tempio di Dio e del suo Santo Spirito. Santifichiamoci,dunque,e diventeremo come il Padre celeste. Amen!

domenica 28 maggio 2017

Commento al Vangelo del giorno - 28/05/17 - Ascensione del Signore

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 28,16-20. 
In quel tempo, gli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,
insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».



Gesù si manifesta ai suoi discepoli nella natura di Dio. Egli infatti afferma :"Mi è stato dato ogni potere in cielo ed in Terra". Gesù non è altro che l'immagine del Dio invisibile,onnipotente ed eterno. Egli affida ai discepoli il compito di ammaestrare tutte la nazione e di battezzare nel nome del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo. L'ultima parte di questo brano evangelico infonde speranza e gioia :"Io sarò con voi tutti i giorni,fino alla fine del mondo". Gesù è sempre al nostro fianco,gioisce con noi,soffre con noi,ci sostiene: quale mirabile esempio di amore ed attaccamento. Affidiamoci dunque a Lui,il Re dei re,l'amore senza limiti,e saremo per sempre felici!

domenica 21 maggio 2017

Commento al Vangelo di oggi 21/05/17 - Lo Spirito Consolatore

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 14,15-21. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti. 
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, 
lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. 
Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. 
Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 
In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». 


Gesù è venuto nel mondo per insegnarci la via che conduce alla vita vera,quella vissuta in comunione assieme al Padre celeste,il quale non desidera altro che la nostra perpetua felicità. Gesù ci ha insegnato il comandamento dell'amore,quello supremo,il più alto ed il più perfetto. Amare Gesù,dunque,significa mettere in pratica i suoi comandamenti. In questo brano del Vangelo Gesù promette l'invio dello Spirito Santo Consolatore,lo Spirito di verità che infiamma il cuore e che rende coraggiosi e tenaci. Nell'ultima parte di questo brano Gesù promette di manifestarsi a coloro che osserveranno scrupolosamente i suoi divini insegnamenti. Non ci resta che ascoltare Gesù e vivere come Lui ci ha insegnato: solo così vedremo il suo Volto Santo...

domenica 14 maggio 2017

Commento al Vangelo di oggi 14/05/17 - Il volto del Padre

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 14,1-12. 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 
Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 
quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 
E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». 
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 
Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». 
Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. 
In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre».


Gesù invita i discepoli ad avere fede in Lui. Egli prepara loro un posto nel Regno del Padre,affinchè essi siano sempre in sua compagnia. Gesù poi dice di essere "la via,la verità e la vita": solo i suoi insegnamenti,infatti,possono condurre alla comunione eterna col Padre celeste. Filippo,poi,gli chiede di mostrare loro il Padre,ma Gesù risponde in un modo molto eloquente :"Chi ha visto me ha visto il Padre". Questo,a mio parere,è il passo più importante del Vangelo di oggi. Gesù,infatti,non è altro che il volto del Padre,potremmo anche dire il volto buono del Padre. Chi vede Lui,infatti,vede il Padre che lo ha mandato sulla terra. Gesù è nel Padre ed il Padre è in Gesù. Gesù è un uomo,ma allo stesso tempo possiede una natura divina,come quella del Padre. Nell'ultima parte di questo brano,Gesù dice ai discepoli che se osserveranno la sua Parola saranno in grado di compiere le opere stesse che ha compiuto Gesù,ed addirittura di maggiori di quelle. Tutto questo è testimoniato dalla storia dei santi della Chiesa che hanno compiuto nel corso del tempo dei prodigi straordinari. Guardiamo dunque a Gesù,volto di Dio,e seguiamo i suoi luminosi esempi. Amen.

domenica 7 maggio 2017

Commento al Vangelo di oggi 07/05/17 - Il pastore delle pecore

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,1-10. 
In quel tempo, Gesù disse; «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 
Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 
E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 
Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 
Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. 
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 
Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 
Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza». 



Gesù è la porta delle pecore: se uno entra nel recinto attraverso di Lui troverà la salvezza eterna. Mentre chi vuole entrare nel recinto per un'altra via è di fatto un ladro ed un brigante. Cosa vuole dirci Gesù con questa similitudine?Vuole dirci che solo per mezzo di Lui e della sua Parola infallibile e divina si può conseguire la salvezza. Non vi è altra via: tutto il resto porta alla perdizione ed alla dannazione. Gesù è venuto a donarci la vita ed a donarcela in abbondanza. Da parte nostra,non dobbiamo fare altro che mettere in pratica i suoi insegnamenti nella vita quotidiana,di conseguenza la nostra vita sarà realmente un capolavoro,un dono d'amore verso il nostro prossimo. Gesù,donaci la grazia di portare sempre nel nostro cuore i tuoi preziosi insegnamenti!Amen!

domenica 30 aprile 2017

Commento del Vangelo di oggi 30/04/17 - I discepoli di Emmaus

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 24,13-35. 
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus,
e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste;
uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;
come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.
Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro
e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,
i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».
Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.




Gesù si accosta a due discepoli che sono in cammino verso il villaggio di Emmaus. Essi discutono lungo la strada della vicenda di Gesù,che loro immaginavano fosse il liberatore d'Israele,della sua condanna a morte e della sua crocifissione. Essi non riconoscono Gesù che si avvicina a loro e gli parlano di come il Signore sia risorto da morte,fatto testimoniato da alcune donne che si sono recate al sepolcro trovandolo vuoto. Gesù poi parla ai discepoli delle Scritture che si riferiscono alla sua vicenda. Sul far della sera,i due discepoli invitano l'uomo a seguirlo in casa. Una volta a tavola,Gesù prende il pane,lo benedice e lo distribuisce: solo in quel momento gli occhi dei discepoli si aprono e riconoscono in quell'uomo che li ha seguiti lungo la strada lo stesso Gesù. Ma subito Gesù scompare dalla loro vista. I discepoli si recano a Gerusalemme e raggiungono gli Undici e riferiscono loro di ciò che hanno visto. Con le sue apparizioni dopo la morte Gesù non fa altro che affermare con forza il fatto che Egli è il Signore,l'unico in grado di sconfiggere il peccato e dunque la morte che da esso è generata: Egli è il Signore glorioso,l'unica fonte di vita senza fine. Credere nella sua risurrezione,infatti,è credere nella vita eterna,nell'amore infinito del Padre celeste verso le sue creature e verso l'uomo in particolare,la sua creatura prediletta,il suo vero grande capolavoro. Tutte le Scritture,quelle dell'Antico Testamento,non fanno altro che riferirsi a Gesù,alla sua venuta del mondo,alla sua missione di liberare l'umanità dal peccato,e Gesù non fa altro che spiegare tutto ciò ai due discepoli che si imbattono in Lui. Di Lui hanno a lungo parlato i profeti ed i personaggi più importanti dell'Antico Testamento. I discepoli credevano che Gesù fosse il liberatore "politico" di Israele dalla dominazione romana,ma non erano così che stavano le cose: Gesù ha liberato l'umanità intera dal peccato! E poi ha insegnato agli uomini la strada della mitezza,dell'umiltà,della ribellione non violenta: solo l'amore più vincere l'impero delle tenebre,le forze oscure che hanno il predominio nel mondo. Impariamo da lui,dunque,dalla sua rivoluzione culturale,se intendiamo edificare un mondo migliore in cui vivere...

domenica 23 aprile 2017

Commento al Vangelo di oggi 23/04/17 - L'incredulità di Tommaso

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,19-31. 
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». 
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 
Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». 
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 
Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». 
Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 
Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. 

Gesù risorto appare ai discepoli,rinchiusi per timore dei Giudei. Mostra loro le ferite della passione e li saluta dicendo:"Pace a voi!". Subito dopo alita su di loro e trasmette il dono dello Spirito Santo. Tommaso,uno dei Dodici,non è presente al momento dell'apparizione di Gesù. Gli altri dunque gli riferiscono di aver visto il Signore Gesù,ma egli è incredulo. Otto giorni dopo Gesù appare di nuovo. Questa volta è presente anche Tommaso. Gesù lo invita a mettere le sue dita nelle piaghe ed a non essere più incredulo,ma credente. Tommaso,a questo punto,riconosce Gesù e lo chiama Signore. Infine Gesù dice:"Perchè mi hai veduto,hai creduto:beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". Questo brano del Vangelo offre numerosi spunti di riflessione. Quello più importante è legato al tema dell'incredulità. San Tommaso ha assistito ai prodigi di Gesù durante la sua vita terrena,assieme agli altri discepoli. Dunque sapeva bene che Gesù,Figlio di Dio,era in grado di compiere qualsiasi impresa,compresa quella di risorgere dai morti. Eppure egli non crede alle parole dei suoi compagni che dichiaravano di aver visto il Signore risorto. Soltanto l'apparizione diretta di Gesù fa scappar via in Tommaso l'incredulità. San Tommaso,in realtà,incarna ciascuno di noi. Ognuno di noi,infatti,è costantemente in bilico tra la certezza e l'incredulità,tra la verità ed il dubbio. Noi non abbiamo visto direttamente Gesù e le sue opere,eppure crediamo,poichè ci basiamo sulla sua Parola contenuta nel Vangelo. Il sottoscritto crede perchè semplicemente ha letto la Parola ed ha provato a metterla in pratica,constatando direttamente che tutto ciò che è contenuto nel Vangelo è verità. Gesù è la via,la verità e la vita,e chi crede in Lui avrà in eredità la vita eterna,vale a dire l'eterna compagnia del Signore Onnipotente. Signore,a questo punto non possiamo fare altro che dirti : aumenta la nostra fede! Amen.

domenica 2 aprile 2017

Commento al Vangelo di oggi - 02/04/17 - La risurrezione di Lazzaro

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 11,1-45. 
In quel tempo, era malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella.
Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 
Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». 
All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». 
Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 
Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 
Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 
I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 
Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 
ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». 
Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 
Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». 
Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 
Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 
e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». 
Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». 
Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era gia da quattro giorni nel sepolcro. 
Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 
e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. 
Marta, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 
Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». 
Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 
Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». 
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 
chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». 
Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». 
Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». 
Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 
Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 
Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». 
Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 
Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 
«Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 
Gesù scoppiò in pianto. 
Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». 
Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». 
Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 
Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 
Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». 
Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 
Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 
E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 
Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». 
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. 

Dopo la morte di Lazzaro,le sue sorelle mandano a chiamare Gesù. Egli infatti era un loro grande amico. Non appena ebbe appreso della morte di Lazzaro,Gesù se ne dispiace enormemente. Dunque decide di fare ritorno a Betania,per far visita alle sue sorelle e per "svegliarlo" dal sonno della morte. Gesù,essendo il Cristo di Dio,può infatti domandare qualunque cosa al Padre ed Egli gliela concederà. Gesù è triste per la morte del suo compagno,ma comunica alle sorelle che ben presto risusciterà dai morti. Gesù dunque si reca al sepolcro dove è stato posto Lazzaro e comanda di toglier via la pietra. Dice poi a Lazzaro di venir fuori dalla tomba,ed egli esce,avvolto dalle bende e con un sudario sul capo. Molti dei Giudei,vedendo questo grande miracolo,credono in lui. La risurrezione di Lazzaro è una prefigurazione della risurrezione di Cristo. Tutti gli esseri umani sono destinati alla risurrezione poichè l'anima è immortale. Quelli che si saranno comportati secondo i precetti di Gesù godranno della felicità eterna,mentre quelli che saranno stati cattivi risorgeranno al supplizio eterno. Gesù,ancora una volta,prova compassione per i drammi degli esseri umani. E' addolorato. Fa di tutto per alleviare le sofferenze dei propri amici facendo rinascere il suo caro Lazzaro...E allora anche noi preghiamo Gesù affinchè si pieghi sulle nostre miserie e ci dia sempre la forza di andare avanti e di vivere nella letizia e nella pace. Amen.

domenica 26 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 26/03/17 --- Cieco nato

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 9,1-41. 
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita 
e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». 
Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. 
Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. 
Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». 
Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 
e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». 
Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 
Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». 
Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». 
Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so». 
Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: 
era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 
Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 
Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. 
Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!». 
Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 
E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». 
I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; 
come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». 
Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano gia stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 
Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!». 
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». 
Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». 
Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 
Rispose loro: «Ve l'ho gia detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 
Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! 
Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 
Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 
Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 
Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 
Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori. 
Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». 
Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 
Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». 
Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. 
Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». 
Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». 
Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane». 



Cari amici,il Vangelo di oggi ci presenta il famoso episodio "del cieco nato". Gesù incontra un uomo cieco dalla nascita. I suoi discepoli gli domandano quali peccati quest'uomo abbia compiuto per ricevere un così grande castigo. Ma Gesù risponde loro che nè lui nè i suoi genitori hanno peccato e che semplicemente quell'uomo è cieco perchè si compiano in lui le opere mirabili di Dio. Quanto lontane sono le vie di Dio rispetto a quelle degli uomini!Dio permette il male,o comunque gli eventi che possono sembrare negativi agli occhi degli uomini,per ricavarne un bene maggiore e per manifestare la sua gloria. Gesù sputa a terra,fa del fango con la saliva e lo spalma sugli occhi del cieco nato. L'uomo si lava nella piscina di Siloe e riacquista miracolosamente la vista. Gesù,ancora una volta,si piega sulle miserie dell'uomo poichè prova compassione. Egli gode nel dispensare i propri benefici a chi ne ha più bisogno. Quell'uomo,che nella vita non aveva mai visto poichè era cieco dalla nascita,vede per la prima volta. Ma prima di vedere con gli occhi,l'uomo ha visto con gli occhi del cuore,ed ha compreso che il suo interlocutore fosse una persona del tutto speciale. I farisei,sentendo la testimonianza dell'uomo,discutono sul fatto che Gesù non ha rispettato la legge di Mosè operando un prodigio in giorno di sabato. Alcuni di essi,poi,si domandano come un peccatore come Gesù potesse operare dei prodigi così grandi. I farisei,così,si dividono tra loro. Domandano all'uomo guarito chi sia Gesù per lui,ed egli risponde che si tratta di sicuro di un profeta. Ma i farisei non sono ancora soddisfatti e domandano anche ai genitori dell'uomo chi abbia potuto guarirlo,ed essi rispondono che non sanno chi ha compiuto un tale prodigio: sanno soltanto che il proprio figlio prima era cieco ed ora ha riacquistato la vista. Allora tornano ad interrogare l'uomo,il quale ripete che a fargli riacquistare la vista è stato Gesù. I farisei non sanno,o meglio,non vogliono credere che Gesù è il Figlio di Dio: essi si barricano dietro la legge di Mosè,poichè sanno per certo che a Mosè ha parlato Dio. Il cieco guarito dice ai farisei che Gesù deve essere qualcuno che opera secondo la volontà di Dio,altrimenti non avrebbe potuto compiere tali prodigi,ed essi lo cacciano fuori. Gesù raggiunge il cieco nato e gli chiede se crede nel Figlio dell'uomo. L'uomo risponde in maniera affermativa e gli si prostra dinnanzi: soltanto un uomo che viene da Dio può far riacquistare la vista ad un uomo nato cieco. Infine,Gesù dice che è venuto al mondo per giudicare e poi,rivolgendosi ai farisei,li imputa di un grave peccato proprio perchè essi dicono di vedere e si comportano osservando dei precetti esteriori,ma in realtà sono lontani dal compiere la volontà di Dio...Su questa pagina evangelica possiamo compiere alcune riflessioni. Primo. Gesù è il Figlio di Dio poichè opera dei miracoli che soltanto una entità soprannaturale può eseguire. Secondo. Gesù è misericordioso e pietoso,ed ha una cura estrema dell'uomo,la sua creatura più bella,quella che di più gli assomiglia dell'intero creato. Terzo. Gesù non è in opposizione alla legge antica,alla legge di Mosè,ma è venuto per darle pieno compimento. Con Gesù c'è un salto di qualità. A Mosè parlò Dio,ma Gesù è Dio stesso incarnato. Quindi bisogna credere a Lui ed alla sua Parola che genera una vita infinita e che conduce l'uomo alla salvezza eterna. Quarto. Gesù ci insegna ad andare contro le convenzioni del mondo,ad avere coraggio,anche ad essere impopolari. L'obiettivo della nostra vita,infatti,non deve essere quello di piacere agli uomini,ma di piacere a Dio. Soltanto così otterremo la sua benedizione.

domenica 19 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 19/03/17

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 4,5-42. 
In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:
qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere».
I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi.
Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?
Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?».
Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;
ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».
«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui».
Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito";
infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta.
I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.
Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa».
Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?».
La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:
«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?».
Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia».
Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete».
E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?».
Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.
Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che gia biondeggiano per la mietitura.
E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete.
Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.
Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».
E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.
Molti di più credettero per la sua parola
e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».








Carissimi,il Vangelo di oggi ci presenta il famoso incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo. Tra Giudei e Samaritani non corre buon sangue,ed infatti la donna lo ricorda a Gesù. La donna si meraviglia che un giudeo le abbia chiesto di dargli da bere. Gesù,poi,dice alla donna che se essa avesse conosciuto chi gli ha chiesto dell'acqua,a sua volta ne avrebbe chiesta a Lui,e Lui le avrebbe dato dell'acqua viva,quella cioè che è in grado di estinguere la sete in eterno. L'acqua che Gesù dona all'uomo,sua creatura prediletta,non è infatti un qualcosa di materiale,ma di spirituale,che è in grado cioè di nutrire l'anima ed estinguere la sete di comunione con Dio. La donna,a questo punto,non ha ancora capito con chi ha a che fare,e infatti si domanda come Gesù possa darle dell'acqua pur non possedendo un secchio. Dopo che Gesù fa presente alla donna che quello che ha adesso non è suo marito,la donna comincia a capire con chi ha a che fare,individuando Gesù come un profeta. La donna è affascinata da Gesù e gli chiede di dargli di quell'acqua che estingue la sete in eterno. Gesù successivamente si presenta come il Messia,colui che deve venire per mettere a posto ogni cosa. La donna si reca in città ed annuncia a tutti di aver fatto un incontro davvero eccezionale,di aver visto il Messia,il Figlio di Dio venuto per la salvezza del popolo israelitico. I discepoli poi raggiungono Gesù e lo pregano di mangiare,ma Egli risponde loro che ha da mangiare un cibo che essi non conoscono,e poi specifica che il suo cibo è fare la volontà del Padre celeste. Gesù si dimostra una volta di più fedele alla missione affidatagli dal Padre,quella cioè di morire e risorgere per la salvezza degli uomini,ed è determinato a portarla a termine. Sentendo la testimonianza della donna,molti samaritani si recano da Lui,e rimangono colpiti dalle sue parole divine e dalle sue opere,riconoscendolo di fatto come il salvatore del mondo. Gesù è l'acqua viva,quella che estingue la sete più importante,la sete dell'anima. Se vogliamo vivere in eterno non dobbiamo fare altro che osservare la sua Parola divina e mettere in pratica i suoi insegnamenti. Durante questa quaresima ci siano d'aiuto la preghiera e la penitenza. Gesù,dacci da bere l'acqua viva!

domenica 12 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 12/03/17

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 17,1-9. 
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 
E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 
Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». 
Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». 
All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 
Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». 
Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. 
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».


Gesù sale sul monte Tabor assieme ai discepoli prediletti,Pietro,Giacomo e Giovanni. Pietro sarà colui che avrà il compito di portare avanti la missione di Gesù e che diventerà il primo papa. Giacomo e Giovanni,soprannominati da Gesù "i figli del tuono" per il loro zelo,hanno un ruolo molto importante tra gli apostoli. Giovanni,in particolare,sarà anche evangelista e scriverà il fantastico libro dell'Apocalisse. In quattro salgono dunque sul monte. Il monte è da sempre il simbolo della presenza del divino,in tutte le religioni di tutte le epoche. Gesù si trasfigura e brilla come il sole. All'improvviso appaiono Mosè ed Elia,due dei maggiori profeti dell'Antico Testamento. A questo punto Pietro propone a Gesù di costruire tre tende,una per lui,una per Mosè ed una per Elia. Ma poi accade qualcosa di fantastico ed inaspettato: una nuvola luminosa li copre con la sua ombra ed una voce potente e tremenda annuncia :"Questi è il Figlio mio prediletto. Ascoltatelo". Evidentemente si tratta della voce di Dio Padre che indica Gesù Cristo come il Figlio suo diletto. Gli uomini hanno il dovere di ascoltarlo se intendono pervenire alla salvezza dell'anima,la salvezza eterna. Non è la prima volta che nel Vangelo Dio Padre interviene indicando Gesù come suo Figlio diletto. Anche in occasione del Battesimo di Gesù nel Giordano,infatti,il Signore fa sentire la propria voce solenne. Gli apostoli,evidentemente spaventati dall'immensità irresistibile ed insostenibile di Dio,cadono a faccia a terra impauriti. Ma è Gesù stesso che li invita a rialzarsi ed a non aver timore. I tre apostoli dunque alzano lo sguardo. La visione è terminata e dinnanzi a loro non c'è che il solo Gesù,il quale poi intima loro di non parlare a nessuno della visione finchè non sarà risorto dai morti. Il tema che mi piace sottolineare di questa pagina evangelica è la presenza di Dio sul monte. Anche nell'Antico Testamento,Dio è presente sul monte,in particolare sul monte Sinai,dove Mosè riceve direttamente dal Signore le tavole della Legge. Gesù si reca spesso sul monte a pregare,cercando questa intimità con Dio e la pace che solo da Lui può derivare. Tra i grandi santi della storia della chiesa,mi piace ricordare San Francesco,che si recava sui monti a pregare. E proprio su un monte,quello della Verna,il santo di Assisi ricevette le sacre stimmate. Dio Padre investe la persona di Gesù di una dignità infinita,quella cioè di Figlio di Dio. Lo indica come strettamente legato a sè ed alla divinità. Per tale ragione gli uomini sono chiamati ad ascoltarlo ed a seguire i suoi insegnamenti. Dio ha concesso all'uomo il libero arbitrio,la possibilità di scegliere se seguirlo o meno. Noi dunque siamo liberi. Ma Gesù ci dice che la vera saggezza consiste nel fare la volontà di Dio e nel seguire il Vangelo. Dunque,se abbiamo un minimo di amore proprio,non dobbiamo fare altro che imitare Gesù,così anche noi saremo felici assieme al Padre...Buona domenica a tutti!

sabato 11 marzo 2017

Una vicenda casuale

Lorenzo stava passeggiando lungo un'assolata via Sedivola. Aveva la ventiquattrore in mano,come sempre,e conservava la sua abituale aria distratta. Passeggiava e guardava per aria,l'azzurro intenso del cielo,la luce dorata del sole,le nuvole candide e multiformi. Gli uccellini solcavano il cielo e cinguettavano con aria festosa. Era di lunedì,l'inizio di una nuova settimana lavorativa. La salita di via Sedivola non si presentava faticosa: la pendenza era minima. Qualche auto saliva da via de Guevara e qualche motorino sfrecciava impavido volando sull'asfalto. Giunto alla sommità della salita,Lorenzo diede uno sguardo un pò più in basso,e prese a contemplare quello che per lui rappresentava l'edificio più importante della sua vita,quello vitale,quello senza il quale nulla poteva essere bello,sicuro,umano. Quell'edificio era sacro. Quell'edificio era la chiesa di sant'Antonio. Oh,quanto era fascinosa!Rosa e bianca. Adorna di gigli e dalle alte guglie. Lorenzo aveva frequentato fin da giovane quel luogo,assieme agli altri ragazzi dell'azione cattolica. Le attività dei giovani suoi coetanei erano di diverso tipo,e Lorenzo aveva partecipato a numerose e fantasmagoriche avventure. Quanto era piacevole per lui rimembrare i bei tempi andati,quelli della sua gioventù,che era stata spensierata e felice...Lorenzo doveva molto a quella parrocchia,ma nel contempo era consapevole di aver donato tanto. Era stata una corrispondenza biunivoca di affetto. Ora che era diventato un uomo,tutto preso dall'attività lavorativa,Lorenzo non aveva l'occasione di passare tanto tempo in chiesa. Ma ogni qualvolta poteva,specie prima di cominciare la sua giornata lavorativa,si recava nel tempio,così,per pochi attimi. Ricercava con insistenza la voce del Signore e la sua paterna protezione...e il Signore l'ascoltava!Altro che se l'ascoltava! Pregare sempre per non restare mai delusi...Amen!

martedì 7 marzo 2017

Napoli - Real Madrid

E' solo una partita. E' solo un gioco. O forse è un'affare serio. Per i napoletani è serissimo. Anche per gli spagnoli. CR7. Insigne. Chi avrà la meglio? Sarà una lotta. Su tutti i palloni. A capofitto. Chi la spunterà? Impegno massimo. Tifo caldo. Ambiente da brividi. Un pizzico di pioggia. Una squadra italiana. Una spagnola. La squadra campione in carica. D'Europa e del mondo. Come può essere fermata? A Sarri questo arduo compito. La sfida sta per iniziare. E' una partita di calcio. Solo calcio. Ma in gioco c'è l'onore. Stasera tifo Napoli. In bocca al lupo ragazzi!

domenica 5 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 05/03/17 - Tempo di Quaresima

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 4,1-11. 
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 
E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 
Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». 
Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 
e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». 
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». 
Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 
«Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 
Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». 
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. 


Il Vangelo di questa domenica ci presenta le tentazioni di Gesù. Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto. L'esperienza delle tentazioni è dunque necessaria,va assolutamente fatta. Dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,viene preso dalla fame. A questo punto il diavolo gli si avvicina per tentarlo. "Dici a queste pietre che diventino pane". Ma Gesù non cede e risponde che l'uomo non vive di solo pane,ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Prima sconfitta per il diavolo. Satana lo conduce sul pinnacolo del tempio di Gerusalemme e gli intima di gettarsi giù per poi chiamare gli angeli in suo aiuto. Ma Gesù gli risponde che sta scritto "Non tenterai il Signore Dio tuo". Seconda sconfitta per Satana. Ultima tentazione. Il Diavolo lo conduce su di un monte altissimo e gli mostra tutti i regni del mondo e la loro gloria. Ma Gesù gli intima di andarsene e gli dice che solo al Signore bisogna rendere culto. Terza tentazione respinta. Nel deserto Gesù infligge la prima grande lezione al Diavolo,che sarà poi completata con la sua risurrezione. Gesù ci indica la strada maestra da percorrere,quella stretta che conduce alla vera vita. Resistere alle tentazioni del Maligno per poter poi ottenere la comunione perfetta con il Padre celeste. Se sapremo anche noi comportarci come Gesù allora Dio nostro Padre ci farà accomodare sul suo stesso trono. "Non di solo pane vivrà l'uomo","Non tenterai il Signore Dio tuo" e "Solo al Signore renderai culto" sono le tre proposizioni da tenere sempre bene in mente. Buona Quaresima a tutti!

sabato 4 marzo 2017

L'elicottero

L'elicottero volteggiava a bassa quota. Dal movimento vorticoso ed incessante delle pale si originava un vento gagliardo che scuoteva gli alti pini del parco Bottazzi. Il pilota cominciò a scendere con estrema lentezza verso il tetto del commissariato di via Marconi. Aveva ricevuto degli ordini molto precisi in merito,doveva raggiungere quel punto a tutti i costi. Sotto di lui divampava la battaglia. Le fiamme avevano invaso via Marconi divorando per intero la pompa di benzina. Una moltitudine di individui avanzava nell'oscurità. Erano risplendenti come delle torce umane,il fuoco li consumava lentamente.
- Adesso scendo adagio - disse il pilota dell'elicottero della polizia al suo collega.
- Va bene - sentì rispondersi. - Ma stai attento!
Il pilota alzò il pollice della mano destra come segno di intesa. L'apparecchio doveva abbassarsi il più possibile per tentare di recuperare gli uomini che si trovavano sul tetto del commissariato. Ce ne erano circa una decina e sembravano parecchio provati dalla durezza della lotta che stavano sostenendo. Il rumore assordante delle pale in rotazione si diffondeva netto nell'aere e risultava udibile in tutto il quartiere. 

domenica 26 febbraio 2017

Commento al Vangelo di oggi 26/02/17

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 6,24-34. 
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
« Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.   
Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 
E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? 
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 
Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 
Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 
Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena ».

Questa domenica Gesù ci invita a non attaccarci troppo alle cose del mondo. Servire la ricchezza invece che servire Dio ci porterà inevitabilmente fuori strada,facendoci perdere di vista ciò che è il vero bene. Servendo la ricchezza finiremo inevitabilmente per odiare Dio,che è il nostro vero padrone,l'unico che vale la pena di servire notte e giorno con preghiere e lodi. Non affatichiamoci troppo ogni giorno e non preoccupiamoci eccessivamente per il domani: a ciascun giorno basta il suo affanno. Servire Dio richiede coraggio,ma servire la ricchezza,probabilmente,richiede un coraggio ancora maggiore ed una dose di "follia". Mettiamoci dunque nelle mani di Dio che ha somma cura di noi. Amen.

domenica 12 febbraio 2017

Commento al Vangelo di oggi : 12/02/2017

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,17-37. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. 
In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. »   
Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. 
Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. 
Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 
lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. 
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 
In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! » 
Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; 
ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore. 
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. 
E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. 
Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; 
ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio». 
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; 
ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; 
né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. 
Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 
Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno». 

Gesù Cristo non è venuto sulla Terra per abolire la legge antica,quella di Mosè,ma per darle compimento. In Cristo si compiono tutte le profezie dell'antico testamento,si realizza ogni parola pronunziata dai profeti. Il comandamento supremo di Gesù non è altro che il comandamento dell'amore. <<Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi>>. Questo è l'insegnamento sommo di Gesù. Chi osserverà i suoi precetti e li insegnerà anche agli uomini sarà considerato grande nel Regno dei cieli. Chi al contrario non li rispetterà sarà considerato minimo nel Regno dei Cieli. Gesù ci invita dunque a non adirarci con i nostri fratelli ed a non guardare una donna per desiderarla commettendo adulterio nel cuore. E poi ci chiama alla pacificazione con i nostri nemici,prima di presentarci all'altare per offrire il sacrificio gradito a Dio. Infine,ci dice che giurare è inutile. Il nostro parlare sia piuttosto semplice,privo di vane parole : il di più viene infatti dal demonio.