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domenica 26 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 26/03/17 --- Cieco nato

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 9,1-41. 
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita 
e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». 
Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. 
Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. 
Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». 
Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 
e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». 
Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 
Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». 
Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». 
Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so». 
Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: 
era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 
Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 
Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. 
Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!». 
Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 
E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». 
I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; 
come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». 
Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano gia stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 
Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!». 
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». 
Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». 
Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 
Rispose loro: «Ve l'ho gia detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 
Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! 
Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 
Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 
Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 
Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 
Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori. 
Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». 
Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 
Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». 
Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. 
Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». 
Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». 
Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane». 



Cari amici,il Vangelo di oggi ci presenta il famoso episodio "del cieco nato". Gesù incontra un uomo cieco dalla nascita. I suoi discepoli gli domandano quali peccati quest'uomo abbia compiuto per ricevere un così grande castigo. Ma Gesù risponde loro che nè lui nè i suoi genitori hanno peccato e che semplicemente quell'uomo è cieco perchè si compiano in lui le opere mirabili di Dio. Quanto lontane sono le vie di Dio rispetto a quelle degli uomini!Dio permette il male,o comunque gli eventi che possono sembrare negativi agli occhi degli uomini,per ricavarne un bene maggiore e per manifestare la sua gloria. Gesù sputa a terra,fa del fango con la saliva e lo spalma sugli occhi del cieco nato. L'uomo si lava nella piscina di Siloe e riacquista miracolosamente la vista. Gesù,ancora una volta,si piega sulle miserie dell'uomo poichè prova compassione. Egli gode nel dispensare i propri benefici a chi ne ha più bisogno. Quell'uomo,che nella vita non aveva mai visto poichè era cieco dalla nascita,vede per la prima volta. Ma prima di vedere con gli occhi,l'uomo ha visto con gli occhi del cuore,ed ha compreso che il suo interlocutore fosse una persona del tutto speciale. I farisei,sentendo la testimonianza dell'uomo,discutono sul fatto che Gesù non ha rispettato la legge di Mosè operando un prodigio in giorno di sabato. Alcuni di essi,poi,si domandano come un peccatore come Gesù potesse operare dei prodigi così grandi. I farisei,così,si dividono tra loro. Domandano all'uomo guarito chi sia Gesù per lui,ed egli risponde che si tratta di sicuro di un profeta. Ma i farisei non sono ancora soddisfatti e domandano anche ai genitori dell'uomo chi abbia potuto guarirlo,ed essi rispondono che non sanno chi ha compiuto un tale prodigio: sanno soltanto che il proprio figlio prima era cieco ed ora ha riacquistato la vista. Allora tornano ad interrogare l'uomo,il quale ripete che a fargli riacquistare la vista è stato Gesù. I farisei non sanno,o meglio,non vogliono credere che Gesù è il Figlio di Dio: essi si barricano dietro la legge di Mosè,poichè sanno per certo che a Mosè ha parlato Dio. Il cieco guarito dice ai farisei che Gesù deve essere qualcuno che opera secondo la volontà di Dio,altrimenti non avrebbe potuto compiere tali prodigi,ed essi lo cacciano fuori. Gesù raggiunge il cieco nato e gli chiede se crede nel Figlio dell'uomo. L'uomo risponde in maniera affermativa e gli si prostra dinnanzi: soltanto un uomo che viene da Dio può far riacquistare la vista ad un uomo nato cieco. Infine,Gesù dice che è venuto al mondo per giudicare e poi,rivolgendosi ai farisei,li imputa di un grave peccato proprio perchè essi dicono di vedere e si comportano osservando dei precetti esteriori,ma in realtà sono lontani dal compiere la volontà di Dio...Su questa pagina evangelica possiamo compiere alcune riflessioni. Primo. Gesù è il Figlio di Dio poichè opera dei miracoli che soltanto una entità soprannaturale può eseguire. Secondo. Gesù è misericordioso e pietoso,ed ha una cura estrema dell'uomo,la sua creatura più bella,quella che di più gli assomiglia dell'intero creato. Terzo. Gesù non è in opposizione alla legge antica,alla legge di Mosè,ma è venuto per darle pieno compimento. Con Gesù c'è un salto di qualità. A Mosè parlò Dio,ma Gesù è Dio stesso incarnato. Quindi bisogna credere a Lui ed alla sua Parola che genera una vita infinita e che conduce l'uomo alla salvezza eterna. Quarto. Gesù ci insegna ad andare contro le convenzioni del mondo,ad avere coraggio,anche ad essere impopolari. L'obiettivo della nostra vita,infatti,non deve essere quello di piacere agli uomini,ma di piacere a Dio. Soltanto così otterremo la sua benedizione.

domenica 19 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 19/03/17

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 4,5-42. 
In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:
qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere».
I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi.
Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?
Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?».
Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete;
ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».
«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui».
Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito";
infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta.
I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.
Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa».
Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?».
La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente:
«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?».
Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia».
Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete».
E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?».
Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.
Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che gia biondeggiano per la mietitura.
E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete.
Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.
Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».
E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.
Molti di più credettero per la sua parola
e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».








Carissimi,il Vangelo di oggi ci presenta il famoso incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo. Tra Giudei e Samaritani non corre buon sangue,ed infatti la donna lo ricorda a Gesù. La donna si meraviglia che un giudeo le abbia chiesto di dargli da bere. Gesù,poi,dice alla donna che se essa avesse conosciuto chi gli ha chiesto dell'acqua,a sua volta ne avrebbe chiesta a Lui,e Lui le avrebbe dato dell'acqua viva,quella cioè che è in grado di estinguere la sete in eterno. L'acqua che Gesù dona all'uomo,sua creatura prediletta,non è infatti un qualcosa di materiale,ma di spirituale,che è in grado cioè di nutrire l'anima ed estinguere la sete di comunione con Dio. La donna,a questo punto,non ha ancora capito con chi ha a che fare,e infatti si domanda come Gesù possa darle dell'acqua pur non possedendo un secchio. Dopo che Gesù fa presente alla donna che quello che ha adesso non è suo marito,la donna comincia a capire con chi ha a che fare,individuando Gesù come un profeta. La donna è affascinata da Gesù e gli chiede di dargli di quell'acqua che estingue la sete in eterno. Gesù successivamente si presenta come il Messia,colui che deve venire per mettere a posto ogni cosa. La donna si reca in città ed annuncia a tutti di aver fatto un incontro davvero eccezionale,di aver visto il Messia,il Figlio di Dio venuto per la salvezza del popolo israelitico. I discepoli poi raggiungono Gesù e lo pregano di mangiare,ma Egli risponde loro che ha da mangiare un cibo che essi non conoscono,e poi specifica che il suo cibo è fare la volontà del Padre celeste. Gesù si dimostra una volta di più fedele alla missione affidatagli dal Padre,quella cioè di morire e risorgere per la salvezza degli uomini,ed è determinato a portarla a termine. Sentendo la testimonianza della donna,molti samaritani si recano da Lui,e rimangono colpiti dalle sue parole divine e dalle sue opere,riconoscendolo di fatto come il salvatore del mondo. Gesù è l'acqua viva,quella che estingue la sete più importante,la sete dell'anima. Se vogliamo vivere in eterno non dobbiamo fare altro che osservare la sua Parola divina e mettere in pratica i suoi insegnamenti. Durante questa quaresima ci siano d'aiuto la preghiera e la penitenza. Gesù,dacci da bere l'acqua viva!

domenica 12 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 12/03/17

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 17,1-9. 
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 
E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 
Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». 
Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». 
All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 
Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». 
Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. 
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».


Gesù sale sul monte Tabor assieme ai discepoli prediletti,Pietro,Giacomo e Giovanni. Pietro sarà colui che avrà il compito di portare avanti la missione di Gesù e che diventerà il primo papa. Giacomo e Giovanni,soprannominati da Gesù "i figli del tuono" per il loro zelo,hanno un ruolo molto importante tra gli apostoli. Giovanni,in particolare,sarà anche evangelista e scriverà il fantastico libro dell'Apocalisse. In quattro salgono dunque sul monte. Il monte è da sempre il simbolo della presenza del divino,in tutte le religioni di tutte le epoche. Gesù si trasfigura e brilla come il sole. All'improvviso appaiono Mosè ed Elia,due dei maggiori profeti dell'Antico Testamento. A questo punto Pietro propone a Gesù di costruire tre tende,una per lui,una per Mosè ed una per Elia. Ma poi accade qualcosa di fantastico ed inaspettato: una nuvola luminosa li copre con la sua ombra ed una voce potente e tremenda annuncia :"Questi è il Figlio mio prediletto. Ascoltatelo". Evidentemente si tratta della voce di Dio Padre che indica Gesù Cristo come il Figlio suo diletto. Gli uomini hanno il dovere di ascoltarlo se intendono pervenire alla salvezza dell'anima,la salvezza eterna. Non è la prima volta che nel Vangelo Dio Padre interviene indicando Gesù come suo Figlio diletto. Anche in occasione del Battesimo di Gesù nel Giordano,infatti,il Signore fa sentire la propria voce solenne. Gli apostoli,evidentemente spaventati dall'immensità irresistibile ed insostenibile di Dio,cadono a faccia a terra impauriti. Ma è Gesù stesso che li invita a rialzarsi ed a non aver timore. I tre apostoli dunque alzano lo sguardo. La visione è terminata e dinnanzi a loro non c'è che il solo Gesù,il quale poi intima loro di non parlare a nessuno della visione finchè non sarà risorto dai morti. Il tema che mi piace sottolineare di questa pagina evangelica è la presenza di Dio sul monte. Anche nell'Antico Testamento,Dio è presente sul monte,in particolare sul monte Sinai,dove Mosè riceve direttamente dal Signore le tavole della Legge. Gesù si reca spesso sul monte a pregare,cercando questa intimità con Dio e la pace che solo da Lui può derivare. Tra i grandi santi della storia della chiesa,mi piace ricordare San Francesco,che si recava sui monti a pregare. E proprio su un monte,quello della Verna,il santo di Assisi ricevette le sacre stimmate. Dio Padre investe la persona di Gesù di una dignità infinita,quella cioè di Figlio di Dio. Lo indica come strettamente legato a sè ed alla divinità. Per tale ragione gli uomini sono chiamati ad ascoltarlo ed a seguire i suoi insegnamenti. Dio ha concesso all'uomo il libero arbitrio,la possibilità di scegliere se seguirlo o meno. Noi dunque siamo liberi. Ma Gesù ci dice che la vera saggezza consiste nel fare la volontà di Dio e nel seguire il Vangelo. Dunque,se abbiamo un minimo di amore proprio,non dobbiamo fare altro che imitare Gesù,così anche noi saremo felici assieme al Padre...Buona domenica a tutti!

sabato 11 marzo 2017

Una vicenda casuale

Lorenzo stava passeggiando lungo un'assolata via Sedivola. Aveva la ventiquattrore in mano,come sempre,e conservava la sua abituale aria distratta. Passeggiava e guardava per aria,l'azzurro intenso del cielo,la luce dorata del sole,le nuvole candide e multiformi. Gli uccellini solcavano il cielo e cinguettavano con aria festosa. Era di lunedì,l'inizio di una nuova settimana lavorativa. La salita di via Sedivola non si presentava faticosa: la pendenza era minima. Qualche auto saliva da via de Guevara e qualche motorino sfrecciava impavido volando sull'asfalto. Giunto alla sommità della salita,Lorenzo diede uno sguardo un pò più in basso,e prese a contemplare quello che per lui rappresentava l'edificio più importante della sua vita,quello vitale,quello senza il quale nulla poteva essere bello,sicuro,umano. Quell'edificio era sacro. Quell'edificio era la chiesa di sant'Antonio. Oh,quanto era fascinosa!Rosa e bianca. Adorna di gigli e dalle alte guglie. Lorenzo aveva frequentato fin da giovane quel luogo,assieme agli altri ragazzi dell'azione cattolica. Le attività dei giovani suoi coetanei erano di diverso tipo,e Lorenzo aveva partecipato a numerose e fantasmagoriche avventure. Quanto era piacevole per lui rimembrare i bei tempi andati,quelli della sua gioventù,che era stata spensierata e felice...Lorenzo doveva molto a quella parrocchia,ma nel contempo era consapevole di aver donato tanto. Era stata una corrispondenza biunivoca di affetto. Ora che era diventato un uomo,tutto preso dall'attività lavorativa,Lorenzo non aveva l'occasione di passare tanto tempo in chiesa. Ma ogni qualvolta poteva,specie prima di cominciare la sua giornata lavorativa,si recava nel tempio,così,per pochi attimi. Ricercava con insistenza la voce del Signore e la sua paterna protezione...e il Signore l'ascoltava!Altro che se l'ascoltava! Pregare sempre per non restare mai delusi...Amen!

martedì 7 marzo 2017

Napoli - Real Madrid

E' solo una partita. E' solo un gioco. O forse è un'affare serio. Per i napoletani è serissimo. Anche per gli spagnoli. CR7. Insigne. Chi avrà la meglio? Sarà una lotta. Su tutti i palloni. A capofitto. Chi la spunterà? Impegno massimo. Tifo caldo. Ambiente da brividi. Un pizzico di pioggia. Una squadra italiana. Una spagnola. La squadra campione in carica. D'Europa e del mondo. Come può essere fermata? A Sarri questo arduo compito. La sfida sta per iniziare. E' una partita di calcio. Solo calcio. Ma in gioco c'è l'onore. Stasera tifo Napoli. In bocca al lupo ragazzi!

domenica 5 marzo 2017

Commento al Vangelo di oggi 05/03/17 - Tempo di Quaresima

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 4,1-11. 
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 
E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 
Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». 
Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 
e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». 
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». 
Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 
«Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 
Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». 
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. 


Il Vangelo di questa domenica ci presenta le tentazioni di Gesù. Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto. L'esperienza delle tentazioni è dunque necessaria,va assolutamente fatta. Dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti,viene preso dalla fame. A questo punto il diavolo gli si avvicina per tentarlo. "Dici a queste pietre che diventino pane". Ma Gesù non cede e risponde che l'uomo non vive di solo pane,ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Prima sconfitta per il diavolo. Satana lo conduce sul pinnacolo del tempio di Gerusalemme e gli intima di gettarsi giù per poi chiamare gli angeli in suo aiuto. Ma Gesù gli risponde che sta scritto "Non tenterai il Signore Dio tuo". Seconda sconfitta per Satana. Ultima tentazione. Il Diavolo lo conduce su di un monte altissimo e gli mostra tutti i regni del mondo e la loro gloria. Ma Gesù gli intima di andarsene e gli dice che solo al Signore bisogna rendere culto. Terza tentazione respinta. Nel deserto Gesù infligge la prima grande lezione al Diavolo,che sarà poi completata con la sua risurrezione. Gesù ci indica la strada maestra da percorrere,quella stretta che conduce alla vera vita. Resistere alle tentazioni del Maligno per poter poi ottenere la comunione perfetta con il Padre celeste. Se sapremo anche noi comportarci come Gesù allora Dio nostro Padre ci farà accomodare sul suo stesso trono. "Non di solo pane vivrà l'uomo","Non tenterai il Signore Dio tuo" e "Solo al Signore renderai culto" sono le tre proposizioni da tenere sempre bene in mente. Buona Quaresima a tutti!

sabato 4 marzo 2017

L'elicottero

L'elicottero volteggiava a bassa quota. Dal movimento vorticoso ed incessante delle pale si originava un vento gagliardo che scuoteva gli alti pini del parco Bottazzi. Il pilota cominciò a scendere con estrema lentezza verso il tetto del commissariato di via Marconi. Aveva ricevuto degli ordini molto precisi in merito,doveva raggiungere quel punto a tutti i costi. Sotto di lui divampava la battaglia. Le fiamme avevano invaso via Marconi divorando per intero la pompa di benzina. Una moltitudine di individui avanzava nell'oscurità. Erano risplendenti come delle torce umane,il fuoco li consumava lentamente.
- Adesso scendo adagio - disse il pilota dell'elicottero della polizia al suo collega.
- Va bene - sentì rispondersi. - Ma stai attento!
Il pilota alzò il pollice della mano destra come segno di intesa. L'apparecchio doveva abbassarsi il più possibile per tentare di recuperare gli uomini che si trovavano sul tetto del commissariato. Ce ne erano circa una decina e sembravano parecchio provati dalla durezza della lotta che stavano sostenendo. Il rumore assordante delle pale in rotazione si diffondeva netto nell'aere e risultava udibile in tutto il quartiere.